I modi, i tempi e i luoghi del consumo del cibo hanno assunto, negli ultimi anni, sfaccettature sempre più varie. Il cibo si trasforma in “food”, esperienziale, emozionale, buono da pensare, da vedere e da fotografare, originando nuovi stili di vita dettati dalle differenti modalità di fruizione.
I Foodie: i nuovi cultori del gusto e della condivisione
Nascono quindi i foodie (tradotto letteralmente come “buongustaio/buongustaia”), termine inglese che indica chi è interessato al mondo della gastronomia a 360° ed è alla costante ricerca di nuovi “spazi” esperienziali, come i Farmer’s market urbani, per accaparrarsi prodotti a chilometro zero. D’altra parte, la stessa McDonald’s, omologatore globalizzante per antonomasia, ricerca oggi nuove proposte con ingredienti legati al territorio. Le community online dedicate ai #foodaddicted proliferano e sono popolate da individui che creano un binomio difficilmente scindibile tra il consumo e la condivisione dell’esperienza via social, prima, durante e dopo il pasto.
I trend del food 2020: sostenibilità, benessere e risparmio
I trend alimentari legati a sostenibilità, salute, benessere e praticità ridisegnano le modalità di consumo contemporanee: da una ritualità tradizionale abbinata a una convivialità codificata e definita, a una fruizione di cibo innovativa, sperimentale e nomadica, senza la rinuncia all’eccellenza e alla genuinità. Prendono vita format come Street Food, Fast gourmet e Ready to eat, che segnalano come qualità e velocità possano convivere armonicamente e soddisfare i bisogni di chi ha poco tempo per mangiare e sedersi a tavola, ma allo stesso tempo non intende sacrificare la qualità stessa. Qualità che, negli ultimi tempi, fa sempre più rima con sostenibilità e salute. Secondo la ricerca condotta da Lightspeed/Mintel, in collaborazione con Bimby, sulle scelte e sui comportamenti dei consumatori nell’area food, il 35% degli italiani dimostra interesse verso ingredienti più sostenibili, in ottica di rispetto dell’ambiente, della forza lavoro e della salute. Un aspetto, quello degli effetti dell’alimentazione sul corpo umano, rimarcato dal fatto che il 35% dei consumatori intervistati ricerca nel cibo elementi curativi della salute dei capelli e della pelle. E oltre il 60% degli intervistati a livello europeo è consapevole che ciò che mangia ha un impatto diretto sul proprio benessere non solo fisico, ma anche mentale ed emotivo. Fenomeni, poi, come la crescente sensibilità verso la tutela della vita degli animali, vegetarianismo e veganismo sono confermati dai numeri, per cui in Europa tra il 37% e il 52% dei consumatori intervistati evita di mangiare carne per ragioni legate all’ambiente e circa il 40% crede che le proteine derivanti dalle piante siano più sane rispetto a quelle animali. Da qui la tendenza, sempre più presente, a eliminare il lattosio: in particolare in Italia il 13% degli intervistati non lo comprende nella propria dieta. Va riducendosi più in generale il consumo di latte e derivati, rimpiazzati da alimenti a base vegetale: tra coloro che li evitano troviamo l’11% degli italiani. In sostanza, il panorama che emerge dall’analisi dei nuovi trend si può suddividere sommariamente in quattro principali filoni.
Ovunque e in qualunque modo: la personalizzazione dei consumi tra online e offline
La fruizione del cibo dove e quando vuoi. La tavola tradizionale diventa tavola 2.0, con App, servizi e offerte in grado di soddisfare, mai come in questo casi, “tutti i palati”.
Foodracers: i tuoi piatti preferiti a domicilio, anche fuori dalla metropoli
Per chi desidera un servizio di delivery, ma si ritrova a vivere al di fuori dal perimetro delle grandi città in cui operano i principali players (Glovo, Deliveroo, Just Eat, Foodora), c’è “Foodracers, ordina dai migliori ristoranti in città”, che opera anche nei piccoli centri italiani.Foodracers: i tuoi piatti preferiti a domicilio, anche fuori dalla metropoli.
Sushi corner nella GDO: la nuova frontiera del ready-to-eat
Il sushi è diventato un fenomeno di massa: oggi lo consuma il 96% degli italiani, e il 28% dichiara addirittura che sarebbe disposto a inserirlo nella propria dieta quotidiana. Questo passaggio da moda a media è stato favorito non solo dall’aumento dei ristoranti di cucina giapponese, ma anche dall’ampliamento dell’offerta di food-to-go nei punti vendita della GDO, dove i prodotti classificati come “sushi” sviluppano un giro d’affari che supera i 113 milioni, con un +5,4% rispetto all’anno precedente. L’acquisto di piatti pronti a base di sushi non nasce come abitudine “salutistica” ma sta avendo un impatto positivo sulla dieta degli italiani, il cui consumo di pesce è aumentato in maniera considerevole.
“Flat food”: abbonamento mensile per mangiare a volontà al ristorante
Anche nel mondo della ristorazione, iniziano ad affacciarsi le tariffe “flat”, ossia ordinazioni illimitate di piatti e bevande presenti nel menu, previo il versamento di un abbonamento mensile. Il modello economico è lo stesso dei servizi di streaming come Spotify e Netflix, che consentono di accedere all’intero catalogo pagando un canone fisso. Il “flat food” (letteralmente “cibo a forfait“) è sbarcato in Italia in due ristoranti pionieri: al Weedoo di Limena (PD), che prevede un “abbonamento” di 149 €/mese (cene illimitate), e al Gabarè di Ravenna, con diverse tipologie, anche “open” (280€ per i single, 400€ per le famiglie, 2 adulti e 2 bambini con colazione, pranzo e cena tutti i giorni) e la formula “ordina via app” e take away, per consumare tranquillamente nella propria abitazione.Ovunque e in qualunque modo: la personalizzazione dei consumi tra online e offline
Cibo e sostenibilità: le nuove frontiere del rapporto nutrizione-ambiente
Quando si parla di cibo non si può dimenticare quanto l’indurstria del food abbia un impatto sull’ambiente. Per questo è necessario insistere sul binobio cibo e sostenibilità, per riscoprire un nuovo modo di vivere la natura e rimanere in armonia con essa.
Vild Mad e Frutta Urbana: direttamente dagli alberi, gratis
A Copenaghen, l’amministrazione comunale sta progettando di piantare alberi da frutto in tutta la città, nelle aree pubbliche, nei parchi e nei campi da gioco, per offrire alla comunità spuntini sani e genuini. L’obiettivo è dare ai cittadini l’opportunità di “riconnettersi” con i sapori naturali e di inserirli più spesso nell’alimentazione quotidiana.
L’app Vild Mad (letteralmente “cibo selvaggio”) è una vera e propria guida che istruisce sulla raccolta di frutti, bacche ed erbe e che fornisce gustose ricette da realizzare con gli ingredienti selvatici raccolti gratuitamente.
Frutta Urbana è l’iniziativa dell’associazione no profit Linaria, che ha realizzato il primo progetto italiano di mappatura, raccolta e distribuzione gratuita della frutta che cresce nei parchi e nei giardini di città. Il tree to table, per ora attivo nelle città di Roma e Milano, è destinato a diffondersi in altre realtà, come già avvenuto in Canada, Stati Uniti, Inghilterra e Paesi del Nord Europa.
“Magic Box”: Too Good To Go. L’anti-spreco che fa bene al mondo
“Too Good To Go” esordisce in Danimarca nel 2015 ed è oggi attiva in 9 Paesi europei, con più di 8 milioni di utenti. Questa app permette di comprare a prezzi ribassati il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato” di bar, ristoranti, pasticcerie, forni, hotel e supermercati. Nata con l’intento di combattere lo spreco alimentare e favorire l’alimentazione sostenibile (riducendo l’emissione di CO2), l’app è sbarcata in Italia nel 2019, a Milano, ed è diventata in poco tempo un’opportunità sia per gli operatori, che hanno modo di farsi conoscere e di attrarre nuovi clienti, che per i consumatori, che possono a provare nuovi prodotti a prezzi minimi, compresi tra i 2€ e i 6€.