A tutti sarà capitato di prendere una multa, magari a causa di una distrazione alla guida o del superamento dei limiti di velocità consentiti su un tratto stradale. Di norma non c’è altra soluzione che pagare prima possibile, anche per evitare more e maggiorazioni e per limitare i danni grazie allo sconto del 30% che si ottiene versando il dovuto entro cinque giorni dalla notifica dell’infrazione.
In alcune circostanze, tuttavia, è possibile contestare la multa ricevuta e chiederne l’annullamento. Leggendo questo articolo, ti aiuteremo a capire come muoversi e fare ricorso in caso di multa illegittima!
Ricorso multa: quando è possibile farlo
Non tutte le infrazioni al Codice della Strada sono uguali: spesso, infatti, le sanzioni elevate dalla polizia municipale o dagli altri enti preposti risultano scorrette, oppure viziate da errori di forma tali da rendere possibile la richiesta di annullamento.
Va ricordato, a tal proposito, che in nessun caso esiste una procedura d’ufficio per l’annullamento di una multa ingiusta: ogni utente della strada, pertanto, dovrà conoscere bene i propri diritti e il modo in cui è possibile tutelarsi in caso di necessità. In primo luogo bisogna sapere quando, in che modo ed entro quali termini ci si può opporre all’elevazione di una contravvenzione per fare ricorso.
La contestazione può scattare in conseguenza di un errore compiuto da chi scrive la multa: la casistica è varia, poiché si va dall’accertamento illegittimo all’imprecisione nel verbale, passando per la mancanza di motivazioni adeguate alla sanzione. In tal caso, dunque, chi contesta nega, alla radice, la liceità della sanzione stessa, chiedendone pertanto l’annullamento.
L’altra possibilità contemplata è quella di un’ammissione di colpa da parte del multato, che segnala però l’inevitabilità del suo comportamento e chiede per questo il ritiro della sanzione: l’esempio classico è quello legato a uno stato di necessità, che può sussistere ad esempio quando si superano i limiti di velocità per raggiungere nel più breve tempo possibile un ospedale o quando si lascia temporaneamente l’auto in divieto per prestare soccorso a una persona in difficoltà.
Prima di definire come contestare una multa, però, è importante capire da parte di chi può essere presentato il ricorso.
Chi può presentare il ricorso
Il ricorso per una multa può essere compiuto da più soggetti. Oltre al caso più comune, quello in cui proprietario del veicolo e trasgressore coincidono, possono presentarsi altre circostanze. Il ricorrente può essere:
- colui che ha compiuto l’infrazione in prima persona, proprietario o usufruttario, a vario titolo (parente, amico, affittuario) del mezzo
- il proprietario, se non alla guida del mezzo, o altri soggetti obbligati in solido, ovvero chiamati a rispondere del pagamento o a contribuire ad esso pur non essendo direttamente coinvolti nell’infrazione (si pensi a un noleggiatore)
- nel caso di infrazione compiuta da un minore (il caso tipico è quello di un adolescente provvisto di patente A1), il genitore o coloro che esercitano la patria potestà.
Come fare ricorso
Detto delle principali ragioni per cui è possibile contestare una multa, entriamo ora nel merito in fatto di tempi e modalità dell’azione legale. Questa può essere condotta dinanzi all’autorità del Prefetto o del Giudice di Pace (vedremo nei prossimi due paragrafi le differenze fra un iter e l’altro).
Nel primo caso, per ricorrere si avranno sessanta giorni di tempo, mentre nel secondo si ridurranno a trenta. I termini decorrono a partire dalla notifica dell’infrazione a casa dell’interessato, tramite consegna del verbale; qualora il destinatario della multa non si trovasse in casa, la busta verde verrebbe lasciata nell’ufficio postale di competenza. In questa circostanza è importante procedere a un immediato ritiro della multa: il tempo utile per il ricorso, infatti, viene calcolato dal momento in cui il verbale è stato consegnato presso l’ufficio competente, mentre non si tiene conto della data in cui il trasgressore viene materialmente a conoscenza del fatto attraverso il ritiro del documento.
Qualora i termini per il ricorso venissero superati, scatterebbe l’improcedibilità e questo verrebbe considerato inammissibile, a prescindere dalle ragioni delle due parti. Allo stesso modo, il pagamento immediato della multa, equivalendo a tutti gli effetti a un riconoscimento della propria colpa, fa perdere al sanzionato ogni diritto di procedere alla contestazione.
Vediamo ora nel dettaglio le due procedure di ricorso valide per il nostro ordinamento. Ricordiamo che, in ogni caso, nel momento in cui si ricorre l’obbligo di pagamento della multa viene congelato (non si applicano dunque more né sanzioni aggiuntive), in attesa di una decisione definitiva da parte dell’autorità competente.
Come fare ricorso per una multa al Giudice di Pace
Ricorrere al Giudice di Pace, personalmente o tramite l’ausilio di un avvocato, è sicuramente la via più breve per ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni. Sarà necessario consegnare un documento di riconoscimento, allegare tutta la documentazione necessaria a ricostruire l’accaduto, incluso ovviamente il verbale in duplice copia ed effettuare i pagamenti previsti.
Documenti alla mano, il Giudice di Pace potrà optare per l’annullamento o per una revisione della sanzione, riconoscendo così le ragioni del ricorrente; per un respingimento del ricorso o per una dichiarazione di impossibilità a procedere, ad esempio in caso di vizi di forma nella domanda.
Chi non dovesse ottenere quanto desiderato può continuare a far valere le proprie ragioni presso il Tribunale Civile. Bisogna sapere, però, che in tal caso tempi e costi del procedimento rischierebbero di allungarsi in maniera notevole, rendendo in definitiva poco conveniente il mancato pagamento della sanzione. Qualora, invece, si decida di pagare, tornerebbe valido il vincolo di effettuare il versamento entro trenta giorni dal pronunciamento del Giudice di Pace.
Come fare ricorso per una multa al Prefetto
Il ricorso al prefetto, possibile fino allo scadere del termine di sessanta giorni dalla notifica dell’infrazione, è la soluzione per certi versi più impegnativa per evitare il pagamento di una multa. Sarà infatti necessario l’invio di una raccomandata a/r oppure di una PEC. Anche in questo caso la richiesta dovrà accludere il verbale, un documento di identità e la spiegazione puntuale delle ragioni del ricorso.
Se la contestazione verrà accettata si otterrà l’annullamento della multa, senza dover affrontare alcuna spesa; qualora il ricorso dovesse risultare rigettato, tuttavia, il destinatario della sanzione sarebbe costretto al pagamento raddoppiato della multa. I tempi, invece, potrebbero essere piuttosto lunghi: il prefetto, infatti, può prendersi fino a quattro mesi (120 giorni) prima di comunicare la propria decisione.
Anche in questo caso sarà possibile continuare a difendere le proprie ragioni presso il Tribunale Civile, sporgendo ulteriore ricorso: i costi previsti, però, rendono nei fatti poco vantaggioso intraprendere un’autentica battaglia legale, con l’obbligo di assumere un avvocato a propria tutela, per la semplice cancellazione di una multa.
Quanto costa fare ricorso per una multa
Prima di procedere a qualunque tipo di contestazione, è sempre opportuno valutare il rapporto tra i costi dell’azione legale e i benefici attesi dalla stessa. Se non si è davvero sicuri di essere dalla parte della ragione o di ottenere un significativo risparmio in termini economici dalla buona riuscita del ricorso, infatti, ricorrere per multe di importo ridotto si rivela, a conti fatti, piuttosto svantaggioso per chi contesta.
Per il ricorso al Giudice di Pace è necessario il pagamento di un contributo di 43 euro, cui si deve sommare anche una marca da bollo da 27 euro (se l’importo della multa è inferiore a 1.100 euro). A questi settanta euro di spesa fissa, si aggiunge l’eventuale onorario dell’avvocato, qualora si scelga di affidarsi a un professionista: si capisce bene, insomma, come non sempre la spesa valga l’impresa da tentare, soprattutto se si contesta una multa ingiusta elevata per un motivo banale, come un parcheggio in divieto di sosta o il mancato accordo di una precedenza.
La contestazione di una multa tramite il prefetto, invece, non prevede alcun costo, se non quelli della raccomandata a/r. Bisogna però calcolare il rischio che l’importo da pagare venga raddoppiato qualora il ricorso non vada a buon fine: anche in questo caso, pertanto, occorrerà un’attenta valutazione preventiva circa l’opportunità del ricorso.
Dopo aver spiegato i costi previsti per una contestazione e soprattutto come fare ricorso per una multa ingiusta, chiudiamo il nostro articolo spiegando le conseguenze della presentazione di un ricorso; anche in questo caso ci soffermeremo sia sull’ipotesi più positiva, quella di ricorso accettato, sia su quella più negativa, corrispondente a un respingimento del reclamo avanzato.
Effetti della presentazione del ricorso
L’accoglimento del ricorso per una multa può risultare particolarmente utile e vantaggioso quando questo serve a evitare che vengano comminate all’utente sanzionato pene di una certa gravità, come la decurtazione di punti dalla patente o il pagamento di somme rilevanti. In questi casi, non tanto rari come si potrebbe pensare (bastino gli esempi del passaggio col rosso al semaforo o di un eccesso di velocità di oltre 20 km/h rispetto al limite consentito), il beneficio risulterà evidente, tanto da giustificare i costi e il fastidio dell’azione legale.
Nei casi di provvedimenti di minore rilevanza, come le multe per parcheggio in divieto, per l’entrata illegittima in una ZTL o comunque per tutte le infrazioni sanzionate con un pagamento poche decine di euro, a nostro giudizio sarà sempre preferibile versare il dovuto in tempi brevi e non imbarcarsi in complesse procedure di contestazione, usufruendo al contempo della riduzione di un terzo prevista dalla legge.