Uno dei grandi limiti, quando si decide di acquistare un’auto elettrica, è dovuto alla paura di non poter ricaricare la stessa. La fatidica «ansia da ricarica», l’incognita di rimanere a piedi. Tuttavia, si tratta di un falso mito o, perlomeno, di una situazione meno catastrofica rispetto a quella che è realmente.
In Italia esistono infatti ben 23.275 colonnine di ricarica su tutto il territorio nazionale (dato aggiornato al 30 giugno 2021). Ricordati che tra i vantaggi dell’acquisto di un’auto elettrica troviamo delle riduzioni sulla polizza, noi di Verti la scontiamo del 24%!
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Colonnine di ricarica in Italia: qualche numero
La diffusione sul territorio nazionale delle colonnine di ricarica per le auto elettriche appare ormai un dato di fatto. Come confermato dall’analisi di mercato condotta da Motus-E, l’ente che monitora la situazione dell’infrastruttura a cadenza trimestrale, il quale sottolinea come le 23.275 colonnine presenti sul territorio italiano siano dislocate in 9.453 location differenti e 11.834 infrastrutture totali.
Giusto per fare un raffronto, facendo un paragone tra le pubblicazioni di Motus-E, a fine dicembre 2020, le colonnine di ricarica auto elettriche sfioravano le 20.000, mentre a marzo 2021 erano 20.757. Da aprile a giugno, dunque, l’incremento è stato notevole!
L’accelerata dell’infrastruttura elettrica
Del numero totale di colonnine, circa il 15% non è ancora utilizzabile dagli utenti finali. Questo a causa del mancato allacciamento alla rete da parte del distributore di energia o per altre motivazioni, come la mancanza di autorizzazioni di enti locali o regionali.
Ma anche qui, la situazione è in miglioramento: nel trimestre precedente, infatti, la percentuale di colonnine non utilizzabili era del 22%. Una condizione che permette a tutti i possessori di green car di poter gestire con meno ansia ricarica e vita della vettura elettrica.
Dove si trovano le colonnine di ricarica?
Una vera e propria mappa delle colonnine di ricarica per le auto elettriche è possibile stilarla analizzando l’ottimo resoconto portato avanti da Motus-E. Delle 11.834 stazioni di ricarica presenti sul suolo italiano, l’80% è collocato su suolo pubblico, ad esempio la strada o aree di servizio; il restante 20% su suolo privato a uso pubblico, come supermercati o centri commerciali.
Di queste 11.834 stazioni di ricarica, il 57% circa sono distribuite nel Nord Italia, il 23% nel Centro mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole.
La Lombardia, con 4.130 punti, è la regione più virtuosa: da sola, possiede il 18% di tutte le installazioni. Seguono nell’ordine Piemonte, Lazio ed Emilia-Romagna con il 10% a testa, il Veneto al 9% e la Toscana all’8%. Le sei regioni complessivamente coprono il 65% del totale dei punti in Italia.
In termini di crescita relativa, le regioni che hanno registrato un maggiore incremento di punti rispetto a dicembre 2020 sono state Trentino-Alto Adige, con un +26% seguita da Friuli-Venezia Giulia +22% e Lazio +19%.
Questa mappa delle colonnine di ricarica delle auto elettriche fa comprendere come, ad oggi, non ci sia ancora omogeneità e che, invece, la diffusione delle stesse, è ancora molto a macchia di leopardo.
Ancora poche colonnine di ricarica rapida
Per quanto concerne le diverse tipologie di colonnine di ricarica per le auto elettriche, il dato è presto detto: il 95% dei punti di ricarica è in corrente alternata, mentre solo il 5% in corrente continua. Di questo 95% a corrente alternata, il 19% è a ricarica lenta, con potenza installata pari o inferiore a 7 kW, mentre ben il 77% è a ricarica accelerata o veloce in AC (tra 7,5 kW e 43 kW) e solo un 5% veloce in DC (da 44 kW in su). Neanche l’1% è ad alta potenza o High Power Chargers – HPC (con potenze di almeno 100 kW).
Qui il riassunto schematico della situazione:
- AC (<7 kW): circa 19%
- AC (tra 7,5 kW e 43 kW): circa 77%
- DC (tra 44 kW e 99 kW): circa 4%
- DC (> 100 kW): circa 1%
Una vettura elettrica di medie dimensioni, come una Nissan Leaf, ad esempio, possiede una batteria che va da 40 a 60 kW. Con una ricarica accelerata o veloce in AC da 22 kW (sono quelle più diffuse nel comparto da 7,5 a 43 kW già citato) impiegherebbe dalle due alle tre ore per ricaricare interamente la batteria partendo da zero. Una situazione più che gestibile, se solo ipotizziamo di lasciare l’auto parcheggiata per le otto ore lavorative o durante la notte.
Quali app e mappe utilizzare per scoprire dove sono le colonnine elettriche?
Un’ulteriore arma a disposizione dei possessori di auto elettriche sono le applicazioni per smartphone che consentono di trovare le colonnine di ricarica dislocate sul territorio. Con queste app è possibile avere una mappa delle colonnine elettriche aggiornata in tempo reale.
PlugShare
Fra le app più amate c’è PlugShare. È gratuita e consente di trovare oltre 300 mila stazioni di ricarica delle reti principali di tutto il mondo.
È disponibile sia su Play Store che sull’App Store.
NextCharge
NextCharge è una app utilissima per pianificare un viaggio, trovare le colonnine di ricarica e vedere quanto distano. Prenotarne una, filtrarle in base al costo, alla potenza o alle modalità di accesso o aggiungerle fra i preferiti. E, cosa da non sottovalutare, è slegata da un operatore preciso, offrendo l’accesso a vari operatori differenti.
È disponibile gratuitamente sia per smartphone Android, sia per dispositivi iOS.
Open Charge Map
Anche Open Charge Map permette di trovare stazioni di ricarica un po’dappertutto, senza restrizioni dovute a operatori o altro.
È disponibile su Play Store e App Store gratuitamente.
App legate ad un operatore specifico
JuicePass è l’app di Enel X con cui i clienti possono gestire i servizi di ricarica e altri aspetti della mobilità elettrica (c’è una versione sia per i dispositivi Android, sia per iOS, ovviamente scaricabili gratuitamente).
Con Evway si possono trovare colonnine in Italia ed in Europa (disponibile anch’essa per Google Play Store e App Store).
L’app di Repower, il gruppo svizzero specializzato nel settore energetico, si chiama Recharge Around (sia per Android sia per iOS), quella di Duferco Energia si chiama D-Mobility, mentre quella di Be Charge, azienda milanese, ha il medesimo nome.