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Normativa videosorveglianza privata 2023: cosa dice la legge?

Casa e famiglia

Normativa videosorveglianza privata 2023

Molte abitazioni possono essere più esposte all’intrusione di ladri a causa della loro particolare posizione. Proprio per tale motivo, è necessario prendere le dovute precauzioni per evitare che si verifichino dei furti.

I ladri preferiscono agire durante le ore notturne, perché le scarse condizioni di luce agevolano il loro obiettivo, ovvero intrufolarsi negli appartamenti in modo indisturbato senza essere né visti né sentiti. Dotare la tua casa di un sistema antifurto e di impianto di videosorveglianza è, dunque, indispensabile per metterti al sicuro e tutelare la tranquillità della tua famiglia.

A tal proposito, la normativa vigente in Italia si è espressa in termini di videosorveglianza privata, stabilendo delle precise regole che, se non rispettate, possono portare a pesanti sanzioni per il proprietario della casa in questione.

In questo articolo, ti daremo tutte le informazioni più importanti su questo argomento, concentrandoci in modo particolare sulla normativa videosorveglianza privata 2023 e sulle corrette modalità di installazione di un impianto che rispetti le leggi di riferimento.

Le leggi da rispettare se si abita in condominio e si installa un impianto di videosorveglianza

Se prima era più facile trovare un impianto di videosorveglianza al di fuori di abitazioni private e isolate, oggi sono sempre più le persone che decidono di ricorrere a questi sistemi pur abitando all’interno di un condominio.

Installare un sistema di telecamere di videosorveglianza esterno, però, potrebbe generare diverse problematiche con i condomini, soprattutto per quanto concerne il fattore conservazione dati e privacy.

A tal proposito, all’interno del Codice civile è stato inserito un preciso articolo che obbliga chi vuole ricorrere a sistemi di videosorveglianza casa a installare il cartello “area videosorvegliata”, che segnala la presenza di videocamere. La legge, inoltre, precisa come non sia legale inquadrare e registrare aree non a uso comune.

Se vivi in un condominio, quindi, dovrai necessariamente richiedere il parere favorevole di almeno la metà dei millesimi, espresso attraverso una votazione. In caso di esito negativo in assemblea, potrai ugualmente dotare il tuo appartamento di videocamere. Naturalmente, sarai obbligato a esporre il cartello e l’area ripresa deve comprendere esclusivamente la tua porta di casa, evitando di includere il pianerottolo interno.

Per quanto tempo le registrazioni possono restare in memoria?

La normativa sulla videosorveglianza privata specifica che, dopo che una telecamera registra, il video può rimanere in memoria per un massimo di 48 ore. Per visionarle, però, devi fare richiesta di acquisizione dei dati a chi di dovere, quasi sempre le Forze dell’Ordine.

Dove è permesso installare un sistema di videosorveglianza?

Secondo l’attuale normativa in materia di videosorveglianza privata, le telecamere possono essere installate in aree di propria pertinenza. Quindi, non potrai riprendere aree comuni come, ad esempio, pianerottoli, cortili o parcheggi. Gli unici punti permessi sono le aree che interessano la tua abitazione, ovvero porta di ingresso di casa e finestre.

Quando avviene il rischio di violare la privacy altrui

Il rischio più grande legato all’installazione di un sistema di videosorveglianza consiste nel violare la privacy di altri cittadini. Essendo poste all’esterno, può capitare di riprendere terzi. Questo accade, soprattutto, quando un’abitazione è posta a pianterreno. In questi casi, è quasi impossibile non includere nella ripresa aree comuni.

Se sei in questa situazione, non rischierai nulla se le telecamere saranno puntate il più possibile verso la tua porta di ingresso. Nel caso ciò non accadesse, rischieresti di apportare dei danni alla privacy altrui e di incorrere in sanzioni.

Il cartello di videosorveglianza: quando va installato?

Abbiamo accennato all’obbligo, in alcuni casi, di rendere visibile il cartello di area videosorvegliata per segnalare la presenza di telecamere.

I cartelli di area videosorvegliata vanno affissi in prossimità della zona inclusa nel raggio di azione del sistema di sicurezza e devono specificare informazioni ben precise. Il garante della privacy ha stabilito che i cartelli devono segnalare, oltre la presenza dell’impianto di telecamere, anche chi lo ha installato e perché.

Tali cartelli, poi, non possono rimanere nascosti ma devono essere ben visibili, qualsiasi sia la loro dimensione.

Quando un impianto di videosorveglianza può essere definito legittimo

Affinché l’impianto di videosorveglianza sia legittimo, devono essere rispettati i seguenti principi:

  • principio di liceità rispetto della normativa italiana in vigore
  • principio di proporzionalità, ovvero scegliere di installare un impianto quando altre misure di sicurezza alternative si sono rivelate non sufficienti
  • principio di finalità, ossia quando esistono motivazioni reali e legittime per installare un impianto
  • principio di necessità se le riprese servono a registrare solamente ciò che è necessario al motivo indicato.

Cosa cambia in termini di GDPR e videosorveglianza

Nella prima metà del 2018, l’Unione europea ha pubblicato il GDPR (General Data Protection Regulation), ovvero un regolamento che fissa dei precisi obblighi che riguardano la protezione della privacy e il trattamento dei dati sensibili e personali. Queste regole devono essere rispettate anche da chi possiede un impianto di videosorveglianza casa.

Nel 2019, queste linee guida sono state aggiornate con alcune importanti modifiche. Per prima cosa, è stato sottolineato come non sia necessario ottenere una specifica autorizzazione da parte del Garante della Privacy per poter installare un impianto di videosorveglianza privato. Naturalmente, questo deve rispettare i principi che abbiamo precedentemente indicato.

Altre novità, invece, riguardano i cartelloni utilizzati che si rifanno alle linee guida che il Garante europeo aveva già espresso. Ultimo, ma non per importanza, l’argomento relativo alla questione tempistica di conservazione dei dati. Il Garante, in tal senso, si è espresso dichiarando che le registrazioni video devono essere cancellati dopo pochi giorni. Se un privato cittadino o un’azienda mantiene in archivio questi dati per più tempo di quanto consentito, dovrà indicare il perché di questa decisione.

Cosa fare per installare un sistema di videosorveglianza

Solitamente, è possibile installare le telecamere o per controllare una zona esterna o, viceversa, per la tutela di ambienti interni.

Le telecamere esterne devono essere posizionate solamente nel perimetro che rientra tra le tue proprietà e, quindi, facciata, garage, ingresso e così via. Virare la ripresa verso una zona di interesse pubblico ti farà rientrare in una condizione di violazione della privacy di terzi. Questo vale, come già accennato, anche nel caso di condominio e di ripresa dell’androne comune. Anche in questo caso si presenterebbe una problematica di lesione della privacy altrui.

Le telecamere interne sono invece posizionate all’interno delle mura domestiche: la normativa specifica però che le immagini registrate non possono essere utilizzate in modi che non rientrino nella legge. Infatti, in casa capita spesso di ospitare persone anche non conosciute e non per questo malintenzionate. Ci riferiamo a professionisti che si occupano di pronto intervento come idraulici, elettricisti o fattorini e così via. Tali soggetti vanno avvisati della presenza di un impianto di sorveglianza interno e sono legittimati a chiedere spiegazioni in merito alla finalità di tale sistema e delle registrazioni effettuate.

L’importanza di rispettare il principio di minimizzazione dei dati

Abbiamo parlato a lungo del rispetto della riservatezza dei dati personali, così come indicato in maniera chiara nel GDPR che riguarda anche gli impianti di videosorveglianza.

A tal proposito esiste un preciso principio che potremmo definire di minimizzazione dei dati secondo il quale le immagini acquisite devono essere pertinenti allo scopo dell’installazione dell’impianto e non eccedere rispetto tali finalità, che sono la tutela della proprietà e la salvaguardia della sicurezza.

Non è lecito, invece, utilizzare le telecamere di videosorveglianza come “occhio a distanza” che consenta di curiosare nella vita delle persone e dei vicini di casa, spiando le loro abitudini e i loro movimenti.

L’importanza di conoscere i modi in cui è possibile utilizzare le registrazioni di un sistema di videosorveglianza

Adesso, invece, è importante sottolineare cosa non può essere fatto con le registrazioni ricavate da un impianto di videosorveglianza casa privato:

  • tali immagini non possono essere oggetto di comunicazione a terzi o di diffusione. Questo vale sia in forma privata che per quanto riguarda la pubblicazione online tramite piattaforme social o streaming in Rete. Inoltre, è vietata la condivisione per mezzo dei sistemi di messaggistica istantanea come, ad esempio, WhatsApp
  • è severamente vietata la divulgazione di immagini a soggetti non autorizzati, come chiaramente espresso dalla normativa sulla privacy in vigore. In caso contrario, si rischierebbe di essere accusati di illecito civile che può portare alla richiesta di danni da parte dei soggetti coinvolti. Può costituire reato ancor più grave nel caso in cui le immagini registrate e diffuse vengano utilizzate su larga scala per ottenere profitto o arrecare un danno a terzi.

Poiché la videosorveglianza è una tipologia di trattamento di dati personali, le sue informazioni possono essere usate esclusivamente da chi ne è titolare e dagli incaricati autorizzati come, ad esempio, chi si occupa di manutenzione di tali impianti o i soggetti autorizzati secondo la legge in vigore, ovvero magistratura o forze dell’ordine che hanno bisogno delle informazioni per accertare un reato.

Dato che, come già specificato, la conservazione dei video ripresi dalle telecamere possono essere conservati per pochi giorni (a conclusione dei quali vanno distrutti), consigliamo di optare per un sistema di videosorveglianza con funzione di cancellazione automatica entro un tempo prestabilito.

Cosa fare in caso di sistemi smart cam per casa

Nel caso di installazione di sistemi di smart cam, per rafforzare la sicurezza personale e il controllo degli ambienti domestici, il trattamento dei dati personali rientra sempre all’interno di quelli esclusi dal Regolamento stabilito dal Garante della Privacy.

Naturalmente, è stato specificato che eventuali dipendenti o collaboratori domestici (babysitter, colf, etc.) presenti all’interno di casa devono obbligatoriamente essere informati della presenza di un sistema di registrazione e monitoraggio interno degli ambienti.

Occorre evitare di installare tali sistemi in zone che possano ledere la dignità delle persone come, ad esempio, i bagni. Inoltre, i dati acquisiti devono adeguatamente essere protetti tramite l’utilizzo di misure di sicurezza, soprattutto nel caso tu decida di connettere le videocamere smart alla Rete (per un monitoraggio anche a distanza).

L’importanza di abbinare un’assicurazione casa e famiglia a un sistema di videosorveglianza

Oltre a munirti di un valido sistema di videosorveglianza per esterno o interno, per tutelare ancor di più la sicurezza della tua casa e della tua famiglia dovresti stipulare una polizza casa e famiglia di qualità, come l’assicurazione offerta da Verti.

Si tratta della migliore soluzione se vuoi avere la certezza di essere protetto in caso di furti o rapine, ma anche da danni accidentali o guasti dovuti a malfunzionamenti di elettrodomestici o altro ancora, come infortuni domestici e l’assicurazione per animali domestici.

Acquistare un’assicurazione casa e famiglia, dunque, è la migliore idea per poterti garantire la tranquillità di cui hai bisogno e la migliore protezione su misura per la tua casa.

Oltre a quelle citate, potrai personalizzare la tua polizza aggiungendo una o più garanzie tra quelle proposte da Verti per la personalizzazione della copertura assicurativa.