Come si comportano gli italiani sulle due ruote? Quali e quante garanzie scelgono? Quali i profili più associati ai sinistri e quali invece quelli che corrono meno rischi? Lo scopriamo attraverso i dati di una ricerca commissionata a SWG e dell’Osservatorio VertiMovers
Moto: l’emozione è assicurata
Sensazioni forti e spirito di libertà sono naturalmente associati all’idea dell’andare in moto. Ma per usare questo mezzo di locomozione che al divertimento abbina la praticità è importante non sottovalutare le questioni di sicurezza, su cui ognuno adotta stili e comportamenti diversi.
Diciamo subito che, secondo la ricerca commissionata a SWG “Il cliente delle compagnie dirette in Italia”, tre quarti di coloro che hanno stipulato un’assicurazione moto non si ferma all’RC. Le garanzie maggiormente stipulate sono, in ordine decrescente, assistenza stradale, furto e incendio, infortuni conducenti e tutela legale, secondo un range che va dal 52% al 28% del totale degli assicurati. Le rimanenti garanzie (kasko, atti vandalici, eventi atmosferici e cristalli) seguono a notevole distanza, con percentuali dal 10% in giù.
Da notare, il differente orientamento degli assicurati presso compagnie digitali e tradizionali rispetto alle due garanzie più scelte. L’assistenza stradale incontra soprattutto l’interesse degli assicurati digitali, che la scelgono nel 52% dei casi contro il 46% degli assicurati tradizionali. Al contrario, la garanzia furto e incendio viene scelta più spesso da chi rivolge a compagnie tradizionali (35%) che agli assicurati digitali (31%).
Ora, attraverso l’Osservatorio VertiMovers scopriamo come cambiano la distribuzione dei rischi e la frequenza dei sinistri sulla base di sesso, età, stato civile e occupazione. E, alla fine dell’articolo, grazie ai dati del Ministero dei Trasporti, vediamo in che misura il mercato dei motocicli continua a crescere in Italia.
Impiegato “spericolato”
Maschio, coniugato e impiegato. È su questa figura che si concentrano i maggiori sinistri nella distribuzione dei rischi secondo i dati dell’Osservatorio VertiMovers. Sul dato chiaramente pesa il fatto che si tratta della tipologia di persone che conta il maggior numero di assicurati.
La fascia di età che totalizza una percentuale maggiore di sinistri sul totale è quella dai 50 ai 54 anni (6,3%). Seguono le altre classi di età immediatamente superiori e inferiori: gli impiegati maschi, dai 35 ai 54 anni assommano il 21,9% dei sinistri sul totale assicurato.
Anziani prudenti e attenti
L’immaginario legato alle moto richiama spesso alla mente immagini legate alla gioventù. Eppure, in sella si sale a tutte le età, e se qualcuno pensasse che chi non è più nel fiore degli anni lo faccia con qualche impaccio e qualche pericolo in più, verrebbe smentito dai dati. Infatti, la categoria con una frequenza di sinistri più bassa (0,7%), fra quelle con una significativa distribuzione del rischio, è quella dei manager coniugati fra i 55 e i 59 anni.
Ma già in questo caso si tratta di persone non più giovanissime, il dato sull’età aumenta ancora di più scorrendo le posizioni immediatamente successive nella graduatoria dei motociclisti che vanno meno spesso incontro a sinistri. Infatti, al secondo posto a pari merito con una frequenza dell’1,1% troviamo i pensionati coniugati da 70 a 74 e quelli con età da 75 anni in su. Ancora coniugati e pensionati, seppure “baby” (da 60 a 64 anni), al quarto posto: la loro frequenza sinistri è dell’1,2%.
Donna al manubrio…
Come si comportano, invece, le motocicliste? In generale, la loro frequenza dei sinistri risulta leggermente più alta rispetto a quella degli uomini: 2,8% contro 2,5%. Entrando nel merito delle singole categorie (e limitandoci, anche in questo caso, a quelle più rappresentate, e quindi statisticamente rilevanti), notiamo che la frequenza più alta si riscontra fra le impiegate di mezza età coniugate. Infatti, la tipologia con la frequenza in assoluto più alta è quella della impiegata coniugata fra i 50 e i 54 anni (3,0%), seguita a ruota (2,9%) dalle impiegate coniugate fra i 55 e i 59 anni.
Anche le centaure più “tranquille” sono impiegate e sposate: quelle con la frequenza più bassa sono le donne fra i 40 e i 44 anni (1,6%), seguite da quelle fra i 45 e i 49 anni (2,0%).
L’Italia è sempre in moto
Il mercato italiano delle moto continua a crescere. I numeri del 2023 confermano la tendenza al rialzo che prosegue senza interruzioni dal 2017. Secondo i dati del Ministero dei Trasporti riportati da Ancma, il comparto dei motocicli e motoscooter l’anno scorso ha totalizzato 318.948 immatricolazioni e registrazioni. Nel 2022 erano state 270.427. L’aumento anno su anno è stato quindi del 17,94%. In calo, invece, gli ATV, o quad, (-23,23%), e i ciclomotori (-11,77%).
Le ultime rilevazioni ci dicono che anche nel 2024 i risultati sono positivi. Infatti, da gennaio a maggio sono stati immatricolati in totale 164.458 motocicli oltre i 50 cc contro i 151.402 dello stesso periodo dell’anno precedente, per un’ulteriore crescita dell’8,62%.
Tornando ai dati del 2023, è interessante analizzare gli andamenti delle diverse categorie di motociclo, perché i dati sulle vendite differiscono molto per cilindrata e motorizzazione. A essere cresciute di più sono le categorie dai 126 ai 200 cc (+42,25%), dai 751 ai 1000 cc (+40,70%) e dai 601 a 750 cc (+40,68%).
Tutte le altre categorie mostrano incrementi più moderati eccetto tre, che invece registrano dei cali: 501-600 cc (-22,43%), 201-250 cc (-24,77%) e, soprattutto, le moto elettriche, che nel 2023 hanno venduto ben il 31,50% in meno rispetto all’anno precedente. Il dato delle moto elettriche ha grandi oscillazioni perché è fortemente determinato dalla disponibilità degli incentivi statali. Va ricordato, infatti, che nel primo semestre 2022 il mercato delle due ruote a trazione elettrica aveva fatto segnare un robusto +82,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente.