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Mobilità sostenibile nel 2021: gli incentivi per la mobilità elettrica previsti in Italia

Auto

Incentivi per mobilità sostenibile

Mai come in quest’ultimo periodo si è sentito parlare così spesso di incentivi per la mobilità sostenibile. Diversi milioni di euro che il Governo (ma non solo) ha deciso di stanziare, con l’obiettivo di spingere il consumatore finale all’acquisto di mezzi di trasporto più green. Di certo la situazione pandemica mondiale non ha aiutato, complice anche il fermarsi di moltissime attività produttive e il venir meno, da parte dei cittadini, del loro potere d’acquisto. E sono i numeri a confermare come la situazione, nel comparto dell’automotive, sia drammatica: nel 2020, rispetto ai dati di immatricolazione del 2019, il calo delle vendite è stato del 27,9%, con 1.381.496 nuove auto consegnate rispetto alle 1.916.949 dei dodici mesi precedenti. Ma, nonostante tutto ciò, gli incentivi per la mobilità elettrica e sostenibile si sono dimostrati un valido mezzo per rigenerare almeno parzialmente il parco circolante e dare impulso all’economia del settore automotive. Nell’anno orribile 2020 già discusso, infatti, gli unici sorrisi per il comparto automotive sono arrivati proprio dalle vetture elettriche ed ibride: le auto full hybrid sono raddoppiate, passando dalle 110.024 unità del 2019 alle 223.321 dell’anno scorso, segno più che positivo anche per le ibride ricaricabili (dalle 6.540 nel 2019 alle 27.408 del 2020) e le elettriche, passate da 10.577 a 32.538 esemplari. In calo, invece, la vendita di auto con alimentazioni tradizionale, sia benzina (da 853.814 a 523.140), che diesel (da 771.731 a 461.274).

Che cos’è la mobilità sostenibile?

Prima di addentrarci nel mondo degli incentivi, è bene fare un passo indietro e cercare di capire che cosa s’intenda per mobilità sostenibile. Nessuno ha mai dato una spiegazione definitiva del fenomeno, cosa che ha creato non poche difficoltà soprattutto all’inizio quando si è dovuto distinguere su cosa fosse sostenibile o meno in ambito automotive (e su cosa poteva essere oggetto o meno di agevolazioni fiscali, incentivi, …). In linea generale possiamo dire che per mobilità sostenibile s’intende quel sistema ideale di trasporti, di persone o merci, che cerca di soddisfare le esigenze di spostamento e movimentazione, non generando emissioni inquinanti e, anzi, provando a garantire una buona qualità della vita. Si tratta di un concetto di ampia portata, che coinvolge tutti gli ambiti del benessere della popolazione: dai risvolti economici a quelli ambientali, ma anche energetici, tecnologici e sociali.

La mobilità sostenibile in Italia e i suoi obiettivi

Se volessimo trovare una definizione di quale sia l’obiettivo della mobilità sostenibile, dobbiamo fare riferimento a quella riportata nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile approvata nel 2006 dal Consiglio Europeo: “Garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente”.

Secondo il rapporto Ispra Italian Emission Inventory, in Italia a oggi il trasporto stradale contribuisce alle emissioni totali di gas serra per il 22%, alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 48% e alle emissioni di particolato per circa il 11%. Un mix di dati che porta il nostro Paese a un livello emissivo di CO2 peggiore fra i big d’Europa, rispetto a Regno Unito, Francia e soprattutto Svezia (il Paese più performante con le emissioni di gas serra da trasporto totale pari al 9,4%) ma che la rende una Nazione più virtuosa, ad esempio, di Germania (31%) e Polonia (34%). È proprio per questo che, a oggi, si discute molto di mobilità sostenibile e si cercano vie economiche, come gli incentivi, per provare a svecchiare il parco circolante italiano. Il quale è uno tra i più vecchi d’Europa, come riportato in uno dei suoi studi dalla Acea, l’associazione europea dei costruttori d’auto: in media un italiano mantiene la sua vettura per 12,6 anni, al di sopra della media europea (10,5) e molto al di sopra della media dei grandi Paesi dell’Unione.

Incentivi mobilità elettrica e alternativa, la situazione in Italia nel 2020

Il 2020 è stato un anno di forte sviluppo per la mobilità green. E questo soprattutto per effetto degli incentivi del Governo Conte Bis, il quale ha voluto premiare tutti coloro che decidevano di acquistare diverse tipologie di veicoli sostenibili. È famoso il bonus per la micromobilità, passato alle cronache più comunemente come “bonus bici”, un contributo fino a un massimo di 500 euro per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, e di veicoli per la micromobilità elettrica (quali monopattini, hoverboard e segway) o per l’utilizzo dei servizi di sharing mobility.

In aggiunta, nel Decreto Rilancio era presente anche lEcobonus automotive. Incentivi economici per l’acquisto di auto elettriche e ibride, per favorire la transizione verso l’elettrico. La misura, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, prevedeva la concessione di contributi secondo le fasce di emissioni inquinanti dei veicoli che si volevano acquistare: per veicoli con emissioni tra 0 e 20 g/km il contributo era di 6.000€ con rottamazione e 4.000€ senza rottamazione; per la fascia 21-60 g/km 2.500€ con rottamazione e 1.500€ senza rottamazione. Ma gli incentivi erano previsti anche per fasce di emissioni superiori: da 61 a 90 g/km 1.750€ con rottamazione e 1.000€ senza rottamazione; da 91 a 110 g/km 1.500€ con rottamazione e 750€ senza rottamazione.

Per ottenere il bonus attualmente sono i venditori che:

  • devono registrarsi nell’Area Rivenditori del sito dell’Ecobonus del Ministero dello Sviluppo Economico;
  • prenotare i contributi;
  • confermare l’operazione entro 180 giorni dalla prenotazione;
  • vendere la vettura al cliente al suo prezzo di vendita meno il valore del contributo;
  • inviare la documentazione di vendita all’impresa costruttrice;
  • ricevere da quest’ultimo l’importo del contributo.

Le imprese costruttrici, poi, recupereranno la cifra sotto forma di credito d’imposta. 

Il 2021 e gli incentivi per la mobilità elettrica

Ora toccherà al nuovo Governo italiano ridiscutere di incentivi per la mobilità elettrica e green. Le attuali agevolazioni, che hanno visto un’ulteriore integrazione di 700 milioni di euro solo a gennaio scorso, sono già in via di esaurimento per alcune tipologie di veicoli e questo è un segnale di come l’utente finale sia davvero interessato a questa tipologia di mobilità e, soprattutto, agli incentivi che il Governo riuscirà a elargire.

I tanti bandi regionali per la mobilità alternativa

Fino a questo momento abbiamo parlato di quanto accade a livello nazionale, ma c’è molto movimento anche a livello regionale per quanto concerne l’emissione di contributi. In Lombardia, ad esempio, i contributi per rinnovare il parco auto e moto circolante sono già esauriti (rimane aperta la possibilità di fare domanda solo per l’acquisto di veicoli di categoria L, vale a dire ciclomotori o motoveicoli, ad alimentazione esclusivamente elettrica), pur essendo previsti nella cifra di 18 milioni di euro.

In Valle d’Aosta i contributi sono previsti sì per l’acquisto di veicoli a base emissioni, ma anche per l’installazione di stazioni di ricarica domestica. In Umbria, invece, si è optato per contributi per percorsi ciclabili e ciclopedonali.

Modi di agire e pensare differenti che rappresentano comunque una spinta per i cittadini affinché la mobilità green e sostenibile diventi sempre più presente all’interno delle nostre città.

Luca Talotta