L’abitazione di proprietà dà ancora sicurezza, ma meno che in passato. Comprarla e mantenerla è diventato più difficile. Sul fronte assicurativo, i danni al fabbricato sono i sinistri più frequenti.
“La casa nonostante tutto” è il titolo del Secondo Rapporto Federproprietà-Censis, presentato lo scorso dicembre. Un titolo emblematico dell’attuale rapporto fra gli italiani e la casa, caratterizzato da luci e da ombre, ma in cui sono proprio queste ultime a prevalere.
Gli italiani continuano (anche se meno che in passato) ad attribuire grande importanza, sia simbolica che materiale, alla casa. Ma, a fronte di questo dato, le difficoltà legate al possesso della casa aumentano, in quanto diventa sempre più difficile acquistarla e poi gestirla.
Il mattone mostra qualche crepa
Il Secondo Rapporto Federproprietà-Censis ci dice che l’83,2% degli italiani considera la proprietà della casa in cui vive un fattore di sicurezza e stabilità. Il numero denota un solido legame con la casa di proprietà, ma andrebbe letto in relazione ad altre informazioni, che ne ridimensionano un po’ la portata. La prima è che nel precedente rapporto, pubblicato un anno prima, la percentuale delle persone che si sentivano tranquillizzate dal possesso della casa in cui vivono era dell’89,7%, quindi decisamente più alto. La seconda è che se scomponiamo quell’83,2% per classi di età, ci rendiamo conto che la percezione di sicurezza relativa alla casa di proprietà è presente soprattutto fra le persone più anziane (l’89% delle persone con 65 anni e oltre) mentre cala all’abbassarsi dell’età, fino ad arrivare al 76,9% per le persone che hanno fra i 18 e i 34 anni.
Se la percezione di sicurezza appare in leggero calo, resta il legame emotivo nei confronti della casa. Nella ricerca “Il cliente delle compagnie dirette in Italia”, condotta da SWG e L45 su un campione di soggetti aventi almeno un prodotto assicurativo nel nucleo familiare, è stato chiesto agli intervistati di scegliere in un elenco di affermazioni quella che meglio rappresenta il proprio modo di vivere la casa. La frase di gran lunga più scelta è “La mia casa è il mio nido: c’è tutto quello che mi serve per stare bene”, e questa preferenza è più marcata fra i clienti di assicurazioni digital che fra quelli tradizionali.
Per il 78,4% degli italiani la casa è espressione della propria identità e della propria personalità, per il 69,1% è un investimento sempre sicuro e il 50,0% dei proprietari dichiara che non venderà mai la propria abitazione perché vuole tramandarla in eredità ai figli o ai nipoti. Anche in questo caso si riscontrano numeri più bassi rispetto all’anno precedente, quando a dichiarare un nesso fra casa e identità/personalità era stato l’83,1% degli intervistati, mentre era stato il 54,5% ad affermare di voler aiutare figli o nipoti ad acquistare la prima casa, perché l’immobile di proprietà resta la pietra angolare della sicurezza economica ed esistenziale. Probabile che dietro questo calo ci sia anche l’affievolirsi dell’“effetto Covid”, cioè l’accresciuta importanza attribuita alle mura domestiche in seguito alle restrizioni alla circolazione.
Dolce casa? Sì, ma anche salata
Ma il vacillare del ruolo della casa come garanzia di sicurezza e stabilità, oltre che da ragioni emotive dipende anche, forse soprattutto, da fattori economici. Da un lato, infatti, l’acquisto di una casa diventa più difficile, sia per gli alti tassi di interesse sia per la bassa capacità di spesa delle giovani generazioni. Dall’altro, molti proprietari di casa sono in difficoltà per le alte spese legate alla sua gestione. Infatti, il 75,5% degli italiani dichiara che le spese relative alla casa, come il condominio, le bollette e le tasse, pesano molto sul proprio budget familiare. La percentuale sfiora l’80% tra le famiglie con redditi bassi. E il 60,8% delle persone a rischio di povertà detiene la proprietà della casa in cui vive. Così, la proprietà della casa rischia di trasformarsi da fattore di tutela in fattore critico.
Una sicurezza poco assicurata
Dici “sicurezza” e pensi alle assicurazioni. Il collegamento logico appare scontato, ma non lo è per gli italiani, i quali continuano a essere sopra la media in fatto di case di proprietà ma al di sotto per quel che riguarda le assicurazioni sulla casa. Registrata questa anomalia di fondo, vediamo ora, attraverso i dati dell’Osservatorio Verti, quali sono le garanzie sulla casa più acquistate, i sinistri più frequenti e le correlazioni fra assicurazioni sulla casa, province e tipologie di abitazione.
L’ordine di preferenza delle garanzie sulla casa acquistate nell’ultimo anno dai clienti Verti è il seguente: Rc Incendio 92%, Danni al fabbricato 83%, Rc proprietario 80%, Assistenza casa 70%, Tutela legale 68%, Ricerca danni acqua 64%, Danni al contenuto 60%.
I danni più frequenti? Quelli al fabbricato
I sinistri che si verificano di più, sia in valore assoluto sia come frequenza rispetto alle garanzie attivate, sono di gran lunga quelli relativi ai danni al fabbricato. Rappresentano il 47% dei sinistri verificatisi, per una frequenza del 6,1%. Subito dopo questi sinistri, i più comuni sono i danni al contenuto dell’abitazione e quelli causati dall’acqua (garanzia Ricerca danni acqua), che pure sono stati scelti da meno clienti rispetto all’anno precedente. Ciascuna delle due tipologie (danni al contenuto e danni causati dall’acqua) rappresenta il 14% del totale dei sinistri, con una frequenza del 2,4% per i primi e del 2,3% per i secondi). Leggermente più in basso, con il 10% ciascuno, i sinistri inclusi nelle garanzie Assistenza casa (assistenza di un professionista per la ricerca e la riparazione di danni o guasti) e Rc proprietario, che pure sono scelti da un numero maggiore di clienti rispetto a Danni al contenuto e Ricerca danni acqua. La frequenza è dell’1,5% per Assistenza casa e dell’1,4% per Rc proprietario.
Pisa e Udine: quanti sinistri!
La provincia in cui si sono verificati più sinistri è Milano (22% del totale), seguita da Roma (13%) e Monza Brianza (10%). Ma il dato è evidentemente influenzato dall’alto numero di polizze accese nelle tre province. Se, infatti, si analizza la frequenza dei sinistri, cioè il rapporto fra sinistri verificatisi e polizze accese, Milano scende al tredicesimo posto, che occupa insieme ad altre tre province, con il 10%. Roma, invece, è al sesto posto, a pari merito con Parma, con una frequenza del 16%, mentre Monza Brianza è al quarto posto (insieme a Brescia), con il 20%.
Quali sono, invece, le province con una maggiore frequenza di sinistri? Un po’ a sorpresa sono Udine e Pisa, che, a fronte di un basso numero di sinistri che hanno colpito i clienti di Verti (2% per la provincia friulana e 1% per quella toscana rispetto al totale nazionale), mostrano entrambe una frequenza del 23%. Dunque, sintetizzando e banalizzando un po’, possiamo dire che a Udine e Pisa si assicurano poco ma hanno molti buoni motivi per farlo. La terza provincia per frequenza sinistri è poi Varese, con il 22% rispetto a una quantità totale di sinistri del 9%.
Ville: confortevoli ma anche impegnative
Quanto al tipo di abitazione, la frequenza dei sinistri è inversamente proporzionale al loro numero assoluto. Infatti, se l’abitazione colpita da più sinistri (e evidentemente anche la più assicurata) è di gran lunga l’appartamento (73% del totale dei sinistri), la sua frequenza sinistri è del 9%. Le ville a schiera, invece, mostrano una totale coincidenza fra numero di sinistri e loro frequenza: 15% per entrambe le voci. Le ville, infine, hanno la frequenza di sinistri più alta, che supera in percentuale anche la quantità di sinistri. Se, infatti, quest’ultima si attesta al 12%, la frequenza è del 17%. Insomma, la soluzione abitativa autonoma e comprensiva di spazio all’aperto sarà sicuramente confortevole ma è anche impegnativa, implicando rischi e responsabilità.
In conclusione, se la casa di proprietà, nonostante tutto, resta un punto fermo nella vita degli italiani, c’è da augurarsi che i loro comportamenti assicurativi si adeguino di conseguenza: a volte basta una spesa contenuta per dormire sonni tranquilli.