Per ogni automobilista una delle principali priorità è senza dubbio il risparmio di carburante.
I fattori che entrano in gioco nei consumi dell’auto o del mezzo utilizzato per gli spostamenti sono davvero numerosi e spaziano dallo stile di guida, al percorso e alle abitudini che si hanno quando si è al volante.
Se è risaputo che viaggiare a velocità sostenuta su strade dove il traffico scorre agevolmente, comporta un consumo di carburante per chilometri percorsi molto inferiore rispetto a quanto avviene in città, tra stop e semafori, altri piccoli segreti per ottimizzare i consumi dei veicoli sono meno noti.
Con questo articolo, vogliamo fornire qualche spunto utile per chi è spesso al volante, spiegando le ragioni dei differenti consumi e alcuni consigli per consumare meno benzina.
Non perderti, inoltre, il nostro quiz su questo argomento: poche semplici e divertenti domande grazie alle quali puoi capire che tipo di automobilista sei e come puoi consumare meno benzina o diesel alla guida!
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Consumi auto: come migliorare il proprio stile di guida
Come prima cosa, è opportuno conoscere e prestare attenzione a una serie di abitudini che permettono di ottimizzare il proprio stile di guida e limitare il consumo di benzina, diesel o comunque del combustibile che alimenta il veicolo (GPL, metano, sistemi ibridi ecc.).
Per ridurre i consumi, naturalmente, è bene effettuare costantemente la manutenzione dell’auto, oltre ad assicurarsi di possedere un veicolo efficiente. Le auto molto vecchie, infatti, sono più inquinanti e costose da mantenere rispetto ad auto acquistate più recenti.
Anche accorgimenti molto semplici, come il mantenimento di una corretta pressione degli pneumatici, che incide sull’attrito con la strada, possono generare notevoli benefici in fatto di riduzione dei consumi: sarà bene, pertanto, tenere costantemente l’auto sotto osservazione e non trascurare alcun aspetto utile a rendere il veicolo più efficiente.
Fin qui abbiamo parlato di aspetti generali, che non riguardano lo stile di guida, ma lo stato del veicolo che si possiede. Tornando sul nostro focus, bisogna in primis considerare che il tipo di strada percorsa incide notevolmente sui consumi di carburante. Per questo motivo guidare in autostrada o su grandi superstrade, dove è facile mantenere una velocità costante, limitare al minimo indispensabile le brusche frenate o le accelerazioni improvvise e mantenere sempre inserite le marce alte comporta un consumo di carburante in relazione ai chilometri percorsi decisamente basso. Ciò che determina in maggior misura gli sprechi, infatti, sono proprio gli sforzi a cui spesso costringiamo il motore, inevitabili quando si guida su percorsi molto trafficati oppure in centro città. Attraversamenti pedonali, incroci, semafori, stop e mille altri fattori, infatti, fanno sì che la guida cittadina sia contraddistinta da continui cambi di marcia, frenate e ripartenze improvvise; tutti elementi che implicano il consumo di una maggiore quantità di carburante, soprattutto se il veicolo che si sta guidando è particolarmente potente e voluminoso.
Una city car, infatti, riesce ad assorbire piuttosto bene questi continui sbalzi, mantenendo una discreta efficienza in fatto di consumi. Diversamente, un SUV o una berlina hanno bisogno, per ogni ripartenza, di un impulso più importante, con conseguente aumento dei consumi.
I veicoli più moderni, tuttavia, sono dotati di una funzione utilissima per ridurre i consumi nel traffico, si tratta dello Start & Stop, grazie al quale l’auto si spegnerà automaticamente ogni volta che ci si troverà bloccati al semaforo, invischiati in una coda o imbottigliati nel traffico. Le prestazioni della batteria potranno forse soffrire un po’, perché sarà necessario spegnere e riaccendere continuamente il motore, ma i consumi caleranno parecchio; anche l’ambiente, inoltre, ringrazierà per le minori emissioni (ed è un aspetto tutt’altro che secondario!).
Per risparmiare carburante, inoltre, torna molto utile rinunciare a qualche optional. L’aria condizionata e l’impianto di riscaldamento, ad esempio, migliorano il benessere di chi si trova all’interno dell’abitacolo, ma determinano il consumo di un grande quantitativo di carburante: è necessario, dunque, servirsi degli impianti di condizionamento dell’aria soltanto quando il tempo lo richiede davvero e le temperature a bordo si fanno insostenibili. Negli altri casi, soprattutto se si viaggia per tratte brevi, converrà di più tenere tutto spento, magari abbassando un po’ i finestrini.
Fuori città, invece, quest’ultima soluzione non risulta percorribile: ad alte velocità, infatti, viaggiare con i finestrini abbassati determina un vertiginoso aumento dei consumi, poiché l’attrito dell’aria costringe il motore a un importante sforzo supplementare. In autostrada, pertanto, sarà meglio mantenere accesa l’aria condizionata, pur senza esagerare: questo perché per consumare meno carburante è opportuno tenere i finestrini chiusi.
Naturalmente anche le marce innestate incidono sui consumi: viaggiare con marce alte e scalare solo quando è necessario servirà a ridurre gli sforzi del motore, garantendo, oltre a un minor consumo di carburante, anche una vita più lunga al motore stesso, meno sottoposto a condizioni di stress dovute alle continue accelerazioni e decelerazioni e al surriscaldamento.
Da ultimo, sarà bene ridurre al minimo il carico della propria vettura: bisognerà dunque evitare di portare con sé pesi inutili o di riempire il portabagagli di oggetti pesanti; anche bastoni portapacchi e portabici dovranno essere tenuti il più possibile liberi, o anche direttamente rimossi quando non si ha la necessità di usarli per lunghi periodi. Un veicolo più leggero, infatti, sarà anche molto più agile e consentirà una riduzione dei consumi.
Occhio, infine, al contagiri sul cruscotto: più si riuscirà a moderare la velocità, più si ridurranno i giri del motore e si eviterà dunque di dover pescare costantemente benzina dal serbatoio. Su strade urbane, dove si viaggia con le marce basse inserite, l’ideale è viaggiare intorno ai duemila giri per minuto; su tratte extra-urbane, invece, l’ideale è non andare oltre i tremila giri, per non affaticare il motore. Tali cifre, tuttavia, sono puramente indicative e possono variare da un mezzo all’altro. A non cambiare, invece, è il principio generale: più il contagiri resta orientato verso il basso, maggiore sarà il risparmio di carburante.
Come calcolare i propri consumi
Dopo aver visto le principali cause dei consumi e aver letto alcuni suggerimenti su come risparmiare carburante, molti tra voi si staranno chiedendo come calcolare i propri consumi, per monitorarli con costanza e magari potersi creare uno storico.
Il calcolo del consumo di carburante, come vedremo ora, è un’operazione davvero semplice, che può essere realizzata in vari modi.
La prima soluzione è quella di utilizzare il computer di bordo. Tutte le auto più moderne, infatti, consentono al guidatore di accedere a questa informazione tramite un display, dove sono indicati i consumi relativi agli ultimi cento chilometri percorsi. Per ottenere l’informazione che si cerca basterà effettuare una semplice divisione. Se ad esempio il computer riporta il dato 4l/100km, basterà dividere il numero dei chilometri percorsi per quello dei litri di carburante utilizzato per sapere quanti km percorra l’auto con un litro di carburante (nel nostro caso 25).
Va detto, però, che questo strumento può rivelarsi a volte impreciso. Per avere dati più affidabili, allora, si potrà confrontare il dato del display con quelli ottenuti attraverso altri sistemi, dei quali ora parleremo.
Un metodo sicuro e agevole da sfruttare consiste nel procurarsi alcune app specificamente pensate per il calcolo dei consumi di carburante di un veicolo. In rete se ne trovano tantissime, in grado anche di agevolare il guidatore indicando l’ubicazione e le tariffe dei distributori. Con queste app, dunque, diventerà facile trovare la pompa di benzina più conveniente, risparmiando e al contempo mantenendosi in costante aggiornamento sui dati relativi ai propri consumi. Per evitare di starare l’app, però, sarà opportuno fare ogni volta il pieno: è questo l’unico inconveniente legato alle app di calcolo consumi per smartphone e tablet, che per il resto sono consigliabili in quanto molto precise, sicure e soprattutto (almeno nella stragrande maggioranza dei casi) totalmente gratuite!
Un terzo metodo, quello più tradizionale, prevede che l’automobilista torni ai vecchi tempi e si armi di un taccuino e una penna. Calcolare manualmente i propri consumi, infatti, non è affatto complicato: dopo aver fatto il pieno, sarà sufficiente appuntare la cifra visibile sul contachilometri e continuare a circolare. Quando il serbatoio si sarà svuotato fino a un punto prestabilito (metà o tre quarti) si tornerà a fare benzina, segnando il numero di km percorsi tra un pieno e l’altro e i litri di carburante immessi nel serbatoio. A questo punto si disporrà di tutti i dati necessari per ottenere la risposta desiderata, attraverso una semplice divisione: dividere il numero di km percorsi per i litri impiegati darà come risultato il consumo effettivo.
Per essere ancora più sicuri potrà essere utile incrociare i dati ricavati con i tre sistemi. Monitorare costantemente i propri consumi sarà utile per almeno due distinte ragioni: da un lato, infatti, si potrà avere piena contezza delle spese effettuate per i vari rifornimenti di carburante, dall’altro si riuscirà a capire cosa migliorare nel proprio stile di guida, magari notando che dopo aver viaggiato con il finestrino abbassato i consumi sono risultati più elevati.
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