Viaggiare in moto piace agli italiani: è comodo e piacevole, ma purtroppo anche un po’ rischioso. Per tutelarti in seguito ad un sinistro è importante avere delle garanzie accessorie per gli infortuni del conducente e per avere assistenza stradale. Partendo dal numero dei sinistri compiuti, abbiamo così cercato di tracciare un simpatico identikit dei motociclisti “tipo”.
Il fascino della moto è indiscutibile. Sarà per il senso di libertà che trasmette, la piacevolezza della guida o la praticità, l’idea di viaggiare sulle due ruote sembra incontrare sempre di più il gusto degli italiani. Però, se lasciamo da parte per un attimo le sensazioni gradevoli, dobbiamo ammettere che viaggiare in moto comporta anche qualche rischio. Ma come si comportano i motociclisti italiani? Quali sono le loro abitudini? E, facendo un passo indietro, chi sono i nostri connazionali che scelgono le due ruote? Abbiamo provato a rispondere a queste domande, tracciando anche un simpatico profilo delle varie tipologie di motociclisti, partendo come sempre dai numeri, quelli di Verti e quelli che offrono una panoramica più generale.
Il rischio in moto in Italia
Che l’Italia sia un Paese sempre più moto oriented è evidente: l’indagine ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) parla di una grande crescita delle immatricolazioni nel 2020 e, come abbiamo visto con il nostro Osservatorio, il boom è stato registrato sia in città che in provincia. Le due ruote sono in cima agli interessi degli italiani, e questo ce lo conferma anche l’indagine del portale Subito.it secondo cui, nel 2020, il 50% delle ricerche avvenute sulla piattaforma ha avuto come oggetto proprio le moto.
Ma oltre a desiderarle e ad acquistarle, gli italiani sanno anche guidarle? Il bilancio del rapporto sulla mobilità stradale ACI/ISTAT del 2020 ci dice di sì, anche se il lockdown ha condizionato i numeri. L’effetto pandemia ha inciso perché, soprattutto a causa del blocco della mobilità, il numero dei sinistri e delle vittime ha subìto una contrazione importante in tutte le tipologie di veicoli, comprese le due ruote. Se tra i motociclisti le vittime rispetto al 2019 sono infatti calate del 16%, tra gli scooteristi addirittura del 33%. La tendenza positiva è confermata anche dai numeri Verti, che ci mostrano un tasso dei sinistri sceso finalmente sotto il muro del 2%. Unica nota stonata è però il tasso di mortalità, ancora molto elevato: con 1,9 vittime su 100 incidenti i drivers delle due ruote, sempre dal rapporto ACI/ISTAT, sono quelli che rischiano di più la vita. Per dare un’idea, gli automobilisti rischiano molto meno con 0,7 vittime ogni 100 incidenti.
Adolescenti e giovani in moto: il “Baby biker convinto” non conosce regole
Guidare una moto non è per tutti e farlo in sicurezza richiede una certa abilità, ma anche un grande senso di responsabilità. Secondo la RoSPA (Royal Rociety for the Prevention of Accidents) gli incidenti sulle due ruote sono generati da fattori spesso sottovalutati come, ad esempio, lo stato psicofisico del pilota, l’inesperienza, l’avventatezza nei sorpassi, la perdita del controllo del veicolo, la velocità inadeguata e le condizioni di scarsa visibilità nel traffico cittadino. Ne sapranno qualcosa i giovani motociclisti di oggi che, stando ai dati Verti, sarebbero i più vulnerabili, considerando l’elevato tasso di sinistri registrato. È quindi il “Baby biker convinto” il motociclista più spericolato d’Italia: ha un’età compresa tra i 14 e i 24 anni, è single e, a giudicare dallo stile di guida, sembra che ogni tanto confonda la strada con un circuito di MotoGP. Tra l’altro i dati dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) confermano che sono i proprio i giovani conducenti, al di là del veicolo guidato, a correre il rischio più alto in strada.
Il “Motociclista precipitoso” sceglie la moto per necessità
Un po’ meno avventati dei giovani bikers scapestrati – che di chilometri ne hanno accumulati ben pochi per ovvie ragioni anagrafiche – sono coloro che, pur con qualche anno in più, non riescono a stare lontano dai guai. È il caso del “Motociclista precipitoso”, colui che usa la moto soprattutto per necessità – ad esempio nella routine casa-lavoro: è sempre di fretta e non guarda al pericolo perché pensa di aver maturato una valida esperienza, ma poi finisce per commettere qualche distrazione di troppo. Ha dai 30 ai 34 anni, è sposato o convivente, è un lavoratore dipendente o autonomo e molto probabilmente abita in città, visto che il numero più alto di sinistri – come emerge dal rapporto ACI/ISTAT – si registra soprattutto sulle strade urbane. E se poi il nostro “Motociclista precipitoso” si lascia distrarre anche dallo smartphone le probabilità di rimanere coinvolto in un incidente aumentano eccome: secondo un’analisi Doxa, infatti, il 24% degli scooteristi ammette di rispondere al telefono mentre è in sella senza utilizzare dispositivi interfono.
I coniugi responsabili e i manager che sognano una vita in moto
Se è soprattutto la necessità a guidare i nostri motocilisti precipitosi, è invece la prudenza la qualità che meglio definisce lo stile di guida del “Coniuge affidabile” che si distingue per un tasso di sinistri – tra i più bassi – inferiore al 2%. In questo caso si tratta di uomini sposati, lavoratori dipendenti, con un’età compresa tra i 40 e i 54 anni e di donne sposate lavoratrici con un’età compresa tra i 40 e i 44 anni. Abbiamo ragione di pensare che il nostro “Coniuge affidabile” di chilometri ne abbia macinati, ma a differenza di molti altri motociclisti, non si fa prendere dalla smania di dover scansare il traffico a tutti i costi, e invece sceglie di essere responsabile. Le donne, poi, allo stile di guida di solito più prudente, aggiungono anche un pizzico di passione: secondo una ricerca del Motorcycle Industry Council, infatti, sono sempre di più quelle che scelgono la moto per soddisfare la propria voglia di libertà.
Di evasione ne sanno qualcosa infine i motociclisti entusiasti, quelli per cui la moto è una fedele compagna di vita. Lo “Stakanovista appassionato” è sposato, è manager e ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. Con un tasso di sinistri dello 0,5% è il motociclista migliore che si possa incontrare: un vero gentleman tra i bikers, ha sempre tutti i tagliandi in regola, non fa mai lo slalom tra le auto nel traffico e, se potesse, passerebbe la sua vita in sella.