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L’automobilista tipo: auto ritratto del nostro assicurato

Mondo Verti

Viaggio fra i dati dell’Osservatorio Verti Movers e di una ricerca commissionata a SWG alla scoperta della relazione fra le caratteristiche degli automobilisti e le probabilità di sinistri.

Non un autoritratto, ma un auto-ritratto. Un insolito trattino per dire che qui non c’è alcun artista impegnato a rappresentare su tela se stesso, ma solo, più modestamente, noi di Verti che abbozziamo i diversi profili di chi ha assicurato con noi la propria auto. L’obiettivo? Individuare le connessioni fra le probabilità di sinistri e i dati anagrafici degli automobilisti. Allacciate le cinture: si parte!

Distribuzione rischi: cos’è

Ad accompagnarci lungo questo viaggio saranno due tipologie di dati: la frequenza dei sinistri e la distribuzione dei rischi. A proposito di quest’ultima, ricordiamo che non è un dato non ponderato.

Viene, cioè, calcolata indifferentemente su tutto il campione, differenziato per categorie, a prescindere dal peso numerico di ciascuna categoria. Se, quindi, su una determinata categoria si concentra una distribuzione dei rischi più alta, non è detto che ciascun appartenente a quella categoria corra rischi più degli altri: è facile che il dato risenta anche, se non addirittura soprattutto, della consistenza numerica della categoria.

Fatta questa doverosa premessa, stando ai dati dell’Osservatorio Verti, nelle prime posizioni di questa classifica verifichiamo un risultato molto chiaro, leggibile e omogeneo rispetto a tutte le variabili in campo: il sesso, l’età, lo stato civile e la condizione professionale.

“Il rischio è il mio mestiere”

“Il rischio è il mio mestiere”. Una di quelle frasi che richiama alla mente ardite imprese di eroi cinematografici. Ma che qui, invece, utilizziamo in modo un po’ scherzoso per scoprire su quali professioni (e poi su quale fascia di età, sesso e stato civile) si concentrano i maggiori rischi di sinistri. E il risultato, se non tenessimo conto di quanto scritto nel paragrafo precedente, sarebbe sorprendente, perché i profili più “rischiosi” non somigliano molto all’immaginario avventuroso che abbiamo evocato.
Il profilo su cui si concentra la maggiore quota di rischio (4,0%) è, infatti, quello dell’impiegato maschio coniugato di età fra i 50 e i 54 anni. A seguire, con una percentuale del 3,6%, troviamo il profilo con caratteristiche analoghe ma della fascia di età immediatamente più giovane, dai 45 ai 49 anni. Più in basso, con solo un decimo di punto percentuale in meno (e quindi con il 3,5%), si incontrano le medesime categorie (impiegato, coniugato, fasce di età 50-54 e 45-49) ma di sesso femminile.
Accorpando, quindi, queste prime quattro categorie, possiamo concludere che il 14,6% del totale dei rischi si concentra su impiegati, di entrambi i sessi, coniugati e di età fra i 45 e i 54 anni.
E il “dominio” degli impiegati si conferma anche scorrendo le posizioni immediatamente inferiori: fino al decimo posto, tutti i profili ricoprono questa posizione lavorativa, con due sole eccezioni, rappresentate dai pensionati maschi, che occupano il sesto posto (oltre 75 anni, 2,6%) e il decimo (70-74 anni, 1,8%). Per vedere un’attività professionale diversa dall’impiegato, bisogna scendere fino al dodicesimo posto, dove si trova l’operaio maschio coniugato (1,5%).
Curiosando fra le posizioni ancora più basse, si scorge il primo single al ventunesimo posto (maschio, impiegato, dai 25 ai 29 anni: 1,9%) e la prima casalinga al ventottesimo posto (dai 50 ai 54 anni: 0,7%). Ancora più giù, con lo 0,5%, incontriamo anche freelance e professori.

Frequenza sinistri: La rivincita della mezza età

Passiamo ora alla frequenza dei sinistri, cioè al dato pro-capite, che neutralizza la numerosità della categoria e quindi ci dice qualcosa in più sull’effettiva probabilità di restare coinvolte in sinistri che le persone hanno in base alla loro età, al loro stato civile e alla loro posizione lavorativa.
L’ultima statistica trimestrale di ANIA relativa alla RC Auto ci rivela che per quanto riguarda le autovetture nel quarto trimestre 2023 la frequenza dei sinistri gestiti è stata del 4,88%, in leggero calo (-0,83%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’importo medio pagato per sinistro è invece passato da 2.996,77 a 2086,62 euro, con un aumento del 4,5%.
Tornando, invece, all’Osservatorio Verti, anche in questo caso va fatta una premessa, e cioè che abbiamo preso in considerazione solo le prime trentotto categorie per distribuzione rischi (quelle, cioè, che presentano una distribuzione rischi dallo 0,5% in su), lasciando fuori le categorie meno numerose che sarebbero poco attendibili dal punto di vista statistico.
I dati dell’Osservatorio Verti rivelano che le classi di età, intermedie (dai 45 ai 54 anni), che occupavano i primi posti per la distribuzione dei rischi, non appaiono nelle prime posizioni di frequenza, in cui al contrario spiccano alcune categorie giovani e alcune tipologie di assicurati un po’ avanti con gli anni. Infatti, la categoria con una frequenza maggiore di sinistri è quella dell’impiegato coniugato maschio fra i 30 e i 34 anni (6,66%), analogamente a quanto rilevato nelle statistiche sui motociclisti, seguito dall’impiegato single dai 25 ai 29 anni e dalla vedova in pensione con oltre 75 anni (6,57% per entrambi). Al quarto posto, il maschio coniugato in pensione, anche lui over 75. Per ritrovare una classe di età mediana bisogna scendere al settimo posto, occupato dalle casalinghe coniugate fra i 45 e i 49 anni (6,06%).
Colpisce, poi, l’eterogeneità degli stati civili e delle professioni. Quanto agli stati civili, le sette categorie con una maggiore frequenza sinistri includono quattro tipologie di coniugati, due di single e una di vedove. Quanto alle professioni, invece, abbiamo tre tipologie di impiegati, due di pensionati e una ciascuna di operai e casalinghe.

Guidare con saggezza

Dopo aver visto le categorie con la frequenza di sinistri più alta, passiamo ora a quelle caratterizzate da una bassa intensità di sinistri. Fra i più virtuosi spiccano i pensionati, anche in questo caso in modo non troppo dissimile da quanto risultato dalle statistiche sui motociclisti, il che dovrebbe aiutarci ad allontanare qualche luogo comune sugli anziani alla guida. Infatti, la categoria con la più bassa frequenza di sinistri (4,35%) è quella dei pensionati maschi e coniugati fra i 65 e i 69 anni, seguita dagli automobilisti con le medesime caratteristiche ma di età dai 60 ai 64 anni (4,46%) e ancora da pensionati coniugati 65-69enni ma questa volta di sesso femminile (4,8%).

In quinta posizione troviamo ancora dei pensionati (maschi) coniugati e con una fascia di età ancora più alta (dai 70 ai 74 anni: 4,86%), mentre il quarto, il sesto e il settimo posto sono tutti occupati da persone coniugate fra i 45 e i 49 anni (rispettivamente operai maschi con il 4,80%, impiegati maschi, con il 4,92%, e impiegate con il 4,95%). Queste ultime due categorie sono fra le prime per distribuzione rischi, a riprova del fatto che nella distribuzione rischi incide pesantemente la numerosità della categoria.

La prudenza corre sul Web

La recente ricerca “Il cliente delle compagnie dirette in Italia”, commissionata a SWG, ci permette infine di aggiungere un’altra pennellata al nostro ritratto, indicandoci se e in cosa le persone che si assicurano con compagnie assicurative online  differiscono da quelle che si rivolgono alle assicurazioni tradizionali.

Scopriamo così che i clienti digital si definiscono più prudenti di quanto non facciano quelli tradizionali. Infatti, alla domanda “Che tipo di guidatore si definirebbe?” (possibili più risposte), il 52% dei clienti di compagnie online ha risposto “Attento: rispetto i limiti di velocità e guido con prudenza”, e il 42% “Rilassato: guidare mi piace e mi sento a mio agio, con la giusta dose di attenzione e leggerezza”.

I clienti tradizionali, invece, hanno optato per queste risposte rispettivamente nel 48% e 39% dei casi. Al contrario, le opzioni “Sportivo”, “Nervoso” e “Timoroso” sono state scelte in prevalenza dai clienti tradizionali. A descriversi come spericolati, invece, sono in egual misura i clienti digital o tradizionali, nella quota fortunatamente esigua del 2%. Un ultimo dato interessante riguarda le garanzie accessorie auto scelte in aggiunta alla RC.

La graduatoria è, in ordine decrescente:

1. assistenza stradale
2. infortuni conducente
3. tutela legale
4. furto e incendio
5. cristalli
6. eventi atmosferici
7. atti vandalici
8. kasko.

Curiosamente, le prime tre garanzie sono scelte più dai clienti di assicurazioni digitali che da quelli delle compagnie tradizionali, mentre per le successive cinque accade l’esatto contrario.