Assicurazioni auto dirette e ritratto del Verti Mover
Partendo da una fotografia del ramo auto e del canale diretto delle assicurazioni italiane, approfondiamo alcune delle caratteristiche più comuni alle persone che hanno scelto di assicurarsi con Verti
Di cosa parliamo quando parliamo di assicurazioni auto? Concedeteci la licenza di citare, modificandolo, il titolo di un romanzo di Raymond Carver (in cui l’oggetto della domanda era l’amore), ma periodicamente vale la pena di fare il punto su alcuni aspetti generali del tema dei nostri articoli. Come è fatto e come evolve il mercato delle assicurazioni automobilistiche? Quanto è diffuso e come è percepito il canale assicurativo diretto, ovvero le assicurazioni che operano esclusivamente online e/o via call center? E, infine, chi sono le persone che scelgono Verti per assicurare la propria automobile? Attraverso i dati dell’Osservatorio VertiMovers e di altre fonti, abbiamo provato a rispondere a queste domande. Seguiteci nel nostro viaggio.
Le garanzie accessorie delle polizze auto recuperano terreno
Il mercato delle auto ha un peso rilevante nel mondo delle assicurazioni italiane. L’Italia, infatti, è il primo paese per incidenza dei rami auto sulla spesa complessiva danni.
Gli automobilisti italiani, però, hanno una bassa propensione all’acquisto di garanzie accessorie per la propria assicurazione auto. La responsabilità civile ha un valore percentuale, rispetto al totale della spesa per assicurazioni auto, molto più alto in Italia rispetto agli altri principali paesi europei. La R.C., naturalmente, è obbligatoria, ma le autovetture effettivamente assicurate sono in realtà molto meno di quelle circolanti. Secondo una stima pubblicata da Il Sole 24 Ore nel 2017, la quota di autoveicoli non assicurati risulta del 13% a livello nazionale, cioè, in valore assoluto, quasi cinque milioni. Il dato non è omogeneo fra le varie zone del Paese: a fronte di aree in cui la percentuale di macchine senza RC Auto. è inferiore alla media italiana, ci sono comuni in cui quasi un’auto su due non è assicurata.
Dunque, il divario fra R.C. e garanzie accessorie è alto. Va ricordato, a questo proposito, che in alcuni paesi esiste la possibilità di offrire pacchetti che includono R.C. e garanzie accessorie mentre in Italia è obbligatorio vendere la R.C. separatamente. Tale divario, però, nel tempo tende ad assottigliarsi: nel 2022 la raccolta della R.C. auto e natanti è calata del 2,1%, mentre le garanzie accessorie sono cresciute del 6,3%. Il primo dato è spiegabile con la riduzione del premio medio. Quanto alle garanzie accessorie, la cui tendenza al rialzo è una costante degli ultimi anni, i possibili motivi sono un’evoluzione nella cultura assicurativa e l’aumento del senso di incertezza, motivato, per esempio, dall’intensificarsi degli eventi climatici estremi.
Assicurazioni dirette: crescita qualitativa e quantitativa
Dopo aver fatto un rapido stato dell’arte delle assicurazioni auto in Italia, occupiamoci dell’ambito specifico delle assicurazioni stipulate attraverso il canale diretto, cioè quello che opera attraverso il telefono e Internet. Nel secondo semestre 2022, il tasso di diffusione delle imprese assicurative dirette è stato del 14,4% (nel 2014 era il 12,1%). I prezzi delle dirette sono in media più bassi rispetto a quelli del canale tradizionale e delle imprese di bancassurance: da aprile a giugno 2022 gli assicurati presso le compagnie dirette hanno pagato in media l’11,7% in meno rispetto agli assicurati presso le imprese tradizionali, ossia 317 euro contro 359. Un gap, questo, che si è notevolmente ampliato negli ultimi otto anni, passando da 33 a 42 euro. La zona in cui si ricorre di più alle assicurazioni auto dirette è il Centro Italia (18,0%) seguita a breve distanza dal Nord-Ovest (17,8%), mentre la quota del Sud è il 7,1%.
Il canale diretto è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, dando un’ulteriore accelerata nel periodo della pandemia. Dalla metà del 2018 alla metà del 2021, i clienti delle imprese dirette sono aumentati di 1,8 milioni, arrivando a superare quota sette milioni. Di questi clienti in più, ben 800mila sono arrivati fra la prima metà del 2020 e lo stesso periodo dell’anno successivo, cioè appunto nel periodo più severo del Covid-19. Nello stesso lasso di tempo, il canale bancario/finanziario e quello tradizionale hanno perso rispettivamente più di 100mila e 200mila contratti.
Parallelamente alla crescita dei clienti, fra 2018 e 2021 si sono registrati altri due dati positivi per le imprese dirette: i reclami sono calati del 33% (il che evidentemente denota una maggiore affidabilità e qualità del servizio) ed è aumentato il differenziale di prezzo rispetto alle compagnie tradizionali, rendendo quindi il canale diretto ancora più competitivo dal punto di vista economico.
Il nostro automobilista tipo
Veniamo infine ai dati dell’Osservatorio VertiMovers. Qual è l’identikit dell’automobilista che sceglie di assicurarsi con Verti? Innanzitutto, ha un’età intermedia. Infatti, le fasce anagrafiche più rappresentate sono quella fra i 36 e i 50 anni e quella fra i 51 e i 65. I due dati sono molto vicini fra loro, visto che nella prima rientrano il 36,8% degli assicurati e nella seconda il 36,6%. Decisamente più staccate la fascia degli over 65 (12,2%) e quella dei 27-35enni (11,7%). Singolare il dato sui più giovani, che qualcuno potrebbe pensare fra i fruitori più entusiasti di un’assicurazione online e che invece rappresentano solo il 2,7% del totale.
Concentriamoci quindi sulle due fasce di età in cui, come abbiamo visto, si raccoglie la maggior parte dei nostri clienti. La categoria che vede al suo interno la maggiore concentrazione di 36-50enni è quella dei commessi: il 51,5% dei nostri assicurati che fanno tale lavoro ha questa età. Quanto alle persone fra 51 e 60 anni, il 61,9% dei giornalisti assicurati Verti ricade in questa fascia.
Infine, un focus sulle due principali città italiane, che sono anche quelle in cui si concentra la maggior parte dei nostri assicurati. L’età media dei milanesi con una polizza auto Verti è più bassa di quella dei romani. Infatti, nel capoluogo lombardo i 18-26enni sono il 2,8%, i 27-35enni l’11,2% e i 36-50enni il 36,7% (a Roma, i dati sono rispettivamente 1,8%, 9,3% e 32,5%), mentre le due fasce di età più alte vedono una maggior concentrazione di romani: 41,2% per i 51-65enni e 15,3% per gli over 65, contro il 36,4% e il 12,9% dei milanesi.